Chi siamo

About US

Consolidiamo i rapporti fra Italia e India

Collaboriamo per migliorare la conoscenza

L’“Associazione Italia-India per la cooperazione fra i due paesi - AIICP”, si è costituita nel  2019 a Milano su impulso di un gruppo rappresentativo di realtà industriali diversificate e importanti  e di esponenti del mondo accademico, culturale e della comunicazione dei due paesi, con l’obiettivo  di promuovere un deciso rafforzamento nelle relazioni sempre più strategiche fra Italia e India. Emma  Marcegaglia, Amministratore delegato del gruppo omonimo, ne è Presidente, Sajjan Jindal,  Presidente del gruppo JSW Steel, ne è Co-Presidente e l’Ambasciatore Antonio Armellini  Vicepresidente esecutivo.

La naturale empatia fra i due paesi non si traduce sempre in una conoscenza approfondita  delle reciproche realtà, su cui giocano stereotipi e generalizzazioni. Per molti in Italia, la percezione  dell’India è quella di un paese interessante, dalle potenzialità ancora limitate. Agli occhi indiani,  l’Italia appare spesso come un paese “simpatico”, con aree di assoluta eccellenza, ma dal peso politico  modesto.  Non è così: l’India ha da tempo preso l’abbrivio di una crescita economica e produttiva di  cui l’IT rappresenta una, ma non l’unica punta di eccellenza.

L’Italia dal canto suo, è stata presente  sin dalle prime fasi della rivoluzione agroalimentare dell’India indipendente ed è con l’industria  italiana che si è sviluppata la sua motorizzazione. Dopo un periodo in cui la presenza si è affievolita  per diverse ragioni, le relazioni sono entrate in una nuova fase di crescita accelerata a livello politico  ed economico. E’ necessario lavorare perché le numerose le success stories italiane in molti settori si  traducano in massa critica. 

L’”Associazione Italia-India” ha iniziato la sua attività nonostante le limitazioni poste dalla  pandemia del covid-19, proponendosi come uno strumento di soft power italo-indiano in entrambi i  paesi, capace di contribuire ad allargare le basi della conoscenza reciproca, correggere percezioni  errate e far pervenire segnali di attenzione utili ad esercitare maggiore ascolto ed influenza. Essa  opera in maniera aperta e flessibile, in autonoma sinergia con le attività a livello istituzionale: 

l’attenzione prioritaria per la cooperazione economica e commerciale si accompagna all’ attenzione  per le dinamiche politiche, sociali e culturali, fondamentali per superare gli stereotipi e promuovere  una crescita reciprocamente vantaggiosa dei rapporti. 

La sua partecipazione è aperta non solo a quanti già operano con successo da e verso l’India,  ma anche e in modo particolare a tutti coloro che vedono come essa rappresenti una prospettiva  ineludibile. L’India non è ancora la superpotenza globale che aspira ad essere, ma vi si sta avviando  a grandi passi, ragiona verso il resto del mondo soprattutto in termini di rapporti di forza e rappresenta  per entrambi un mercato dal quale non possiamo permetterci di prescindere. E’ bene non perdere  tempo.

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L’“Associazione Italia-India per la cooperazione fra i due paesi - AIICP”, si è costituita nel  2019 a Milano su impulso di un gruppo rappresentativo di realtà industriali diversificate e importanti  e di esponenti del mondo accademico, culturale e della comunicazione dei due paesi, con l’obiettivo  di promuovere un deciso rafforzamento nelle relazioni sempre più strategiche fra Italia e India. Emma  Marcegaglia, Amministratore delegato del gruppo omonimo, ne è Presidente, Sajjan Jindal,  Presidente del gruppo JSW Steel, ne è Co-Presidente e l’Ambasciatore Antonio Armellini  Vicepresidente esecutivo.

La naturale empatia fra i due paesi non si traduce sempre in una conoscenza approfondita delle reciproche realtà, su cui giocano stereotipi e generalizzazioni. Per molti in Italia, la percezione dell’India è quella di un paese interessante, dalle potenzialità ancora limitate. Agli occhi indiani, l’Italia appare spesso come un paese “simpatico”, con aree di assoluta eccellenza, ma dal peso politico modesto. Non è così: l’India ha da tempo preso l’abbrivio di una crescita economica e produttiva di cui l’IT rappresenta una, ma non l’unica punta di eccellenza.
L’Italia dal canto suo, è stata presente sin dalle prime fasi della rivoluzione agroalimentare dell’India indipendente ed è con l’industria italiana che si è sviluppata la sua motorizzazione. Dopo un periodo in cui la presenza si è affievolita per diverse ragioni, le relazioni sono entrate in una nuova fase di crescita accelerata a livello politico ed economico. E’ necessario lavorare perché le numerose le success stories italiane in molti settori si traducano in massa critica. L’”Associazione Italia-India” ha iniziato la sua attività nonostante le limitazioni poste dalla pandemia del covid-19, proponendosi come uno strumento di soft power italo-indiano in entrambi i paesi, capace di contribuire ad allargare le basi della conoscenza reciproca, correggere percezioni errate e far pervenire segnali di attenzione utili ad esercitare maggiore ascolto ed influenza. Essa opera in maniera aperta e flessibile, in autonoma sinergia con le attività a livello istituzionale: l’attenzione prioritaria per la cooperazione economica e commerciale si accompagna all’ attenzione per le dinamiche politiche, sociali e culturali, fondamentali per superare gli stereotipi e promuovere una crescita reciprocamente vantaggiosa dei rapporti.
La sua partecipazione è aperta non solo a quanti già operano con successo da e verso l’India, ma anche e in modo particolare a tutti coloro che vedono come essa rappresenti una prospettiva ineludibile. L’India non è ancora la superpotenza globale che aspira ad essere, ma vi si sta avviando a grandi passi, ragiona verso il resto del mondo soprattutto in termini di rapporti di forza e rappresenta per entrambi un mercato dal quale non possiamo permetterci di prescindere. E’ bene non perdere tempo.
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Consolidiamo i rapporti fra Italia e India

Collaboriamo per migliorare la conoscenza

L’“Associazione Italia-India per la cooperazione fra i due paesi - AIICP”, si è costituita nel  2019 a Milano su impulso di un gruppo rappresentativo di realtà industriali diversificate e importanti  e di esponenti del mondo accademico, culturale e della comunicazione dei due paesi, con l’obiettivo  di promuovere un deciso rafforzamento nelle relazioni sempre più strategiche fra Italia e India. Emma  Marcegaglia, Amministratore delegato del gruppo omonimo, ne è Presidente, Sajjan Jindal,  Presidente del gruppo JSW Steel, ne è Co-Presidente e l’Ambasciatore Antonio Armellini  Vicepresidente esecutivo. 

La naturale empatia fra i due paesi non si traduce sempre in una conoscenza approfondita  delle reciproche realtà, su cui giocano stereotipi e generalizzazioni. Per molti in Italia, la percezione  dell’India è quella di un paese interessante, dalle potenzialità ancora limitate. Agli occhi indiani,  l’Italia appare spesso come un paese “simpatico”, con aree di assoluta eccellenza, ma dal peso politico  modesto. Non è così: l’India ha da tempo preso l’abbrivio di una crescita economica e produttiva di  cui l’IT rappresenta una, ma non l’unica punta di eccellenza. L’Italia dal canto suo, è stata presente  sin dalle prime fasi della rivoluzione agroalimentare dell’India indipendente ed è con l’industria  italiana che si è sviluppata la sua motorizzazione. Dopo un periodo in cui la presenza si è affievolita  per diverse ragioni, le relazioni sono entrate in una nuova fase di crescita accelerata a livello politico  ed economico. E’ necessario lavorare perché le numerose le success stories italiane in molti settori si  traducano in massa critica. 

L’”Associazione Italia-India” ha iniziato la sua attività nonostante le limitazioni poste dalla pandemia del covid-19, proponendosi come uno strumento di soft power italo-indiano in entrambi i paesi, capace di contribuire ad allargare le basi della conoscenza reciproca, correggere percezioni errate e far pervenire segnali di attenzione utili ad esercitare maggiore ascolto ed influenza. Essa opera in maniera aperta e flessibile, in autonoma sinergia con le attività a livello istituzionale: l’attenzione prioritaria per la cooperazione economica e commerciale si accompagna all’ attenzione per le dinamiche politiche, sociali e culturali, fondamentali per superare gli stereotipi e promuovere una crescita reciprocamente vantaggiosa dei rapporti.

La sua partecipazione è aperta non solo a quanti già operano con successo da e verso l’India, ma anche e in modo particolare a tutti coloro che vedono come essa rappresenti una prospettiva ineludibile. L’India non è ancora la superpotenza globale che aspira ad essere, ma vi si sta avviando a grandi passi, ragiona verso il resto del mondo soprattutto in termini di rapporti di forza e rappresenta per entrambi un mercato dal quale non possiamo permetterci di prescindere. E’ bene non perdere tempo.

Consiglio Direttivo

Emma Marcegaglia

Presidente

Sajjan Jindal

Co-Presidente

Antonio Armellini

Vice-Presidente vicario

Componenti onorari

Min. Plen. Alessandra Schiavo

Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale

S.E. Vincenzo de Luca

Ambasciatore d’Italia in India

S.E. Neena Malhotra

Ambasciatore dell’India in Italia

Soci Collettivi

bonfiglioli

Sonia Bonfiglioli

Bonfiglioli Riduttori S.p.A.
barbara-beltrame

Barbara Beltrame

Confindustria
benedetti

Gianpietro Benedetti

Danieli S.p.A.
dell_orto

Andrea dell’Orto

Dell’Orto S.p.A.
Bartoli

Francesca Bartoli

Ferrovie dello Stato Italiane
bono

Giuseppe Bono

Fincantieri S.p.A.
sironi

Andrea Sironi

Generali S.p.A.
Nunzio

Nunzio Martinello

Noonic
colaninno

Matteo Colaninno

Piaggio&C. S.p.A.
angori

Silvio Angori

Pininfarina S.p.A.
Hugo_Doyle

Hugo Doyle

Intesa Sanpaolo S.p.A
di_amato

Fabrizio Di Amato

Maire Tecnimont

Soci Individuali

amato

Giuliano Amato

cristaldi

Sara Cristaldi

de_bortoli

Ferruccio De Bortoli

gancia

Gianna Gancia

guglielmetti

Romina Guglielmetti

marchetti

Piergaetano Marchetti

montefoschi

Giorgio Montefoschi

quintieri

Beniamino Quintieri

taino

Danilo Taino

zaccà

Rosario Zaccà

zalonis

Alessandro Zalonis

Ritu_Dalmia

Ritu Dalmia

pagani

Fabrizio Pagani

marri

Paolo Marri

Staff

piotti

Cristina Kiran Piotti

Rassegna Stampa
SM

Simone Mezzedimi

Direttore

Via Giovanni della Casa 12, 20151 Milano
info@italindia-aiicp.it

REASONS WHY

Perché promuovere?

La domanda è legittima; sono molte in Italia le strutture ispirate a modelli simili che promuovono relazioni con diversi paesi. Perché aggiungervene una con l’India?

Una potenza il cui peso non corrisponde pienamente alla sua ambizione politica

Il contesto geostrategico, la crescita economica e la dinamica sociale fanno dell’India un attore di primo piano sulla scena mondiale.

L’apertura al mercato internazionale e alla cooperazione con i paesi più industrializzati non è priva di ostacoli, politici e burocratici, ma il processo avviato nel 1991 e rilanciato dal governo Modi ha una sua dinamica propria: il mercato indiano costituisce già oggi con tutte le sue difficoltà una priorità ineludibile per paesi industrializzati ed esportatori, come l’Italia.

Se non è ancora una potenza globale, l’India lo è di sicuro a livello della regione Asia-Pacifico. In una fase storica in cui gli equilibri si spostano verso Oriente essa è una componente necessaria di qualsiasi assetto di sicurezza, in primo luogo ma non esclusivamente in funzione cinese. Lo scenario internazionale è in rapido mutamento e sono molte le geometrie di cui Delhi è o sarà chiamata a far parte, con evidenti implicazioni tanto a livello regionale come globale (rilevanti quindi anche per un paese dalla proiezione asiatica in passato meno pronunciata, come l’Italia).

L’Italia ha contato in India su una tradizione più che secolare di rapporti

I padri del movimento nazionalista indiano conoscevano le opere di Giuseppe Mazzini , esule a Londra, e la di lui memoria è ancora viva (probabilmente più che da noi).

Il grande orientalista Giuseppe Tucci è considerato una gloria tanto italiana come indiana; il pacifismo terzomondista di Nehru ha avuto molti sostenitori in Italia; rapporti di amicizia in molti campi si sono sviluppati nel corso degli anni. 

L’industria italiana ha contributo in maniera significativa alle prime fasi dello sviluppo indiano. Montedison, Snam e IRI sono state partner attivi della prima “rivoluzione agricola” nehruviana che ha permesso al paese di raggiungere l’autosufficienza alimentare. L’India ha scoperto la motorizzazione privata grazie all’Italia: Innocenti e Piaggio con la Lambretta e la Vespa, Fiat con la Millecento, che ha rappresentato per anni uno standard riconosciuto di eccellenza. Nomi storici della nostra industria come Ceat o Bisleri sono diventati marchi indiani.  Ancor oggi, ventilatore si dice in dialetto locale “Marelli”. E così elencando.

Nella situazione attuale, ruolo e peso dell’Italia sono marginali e al disotto delle effettive potenzialità

La crisi dell’Iri e le trasformazioni dell’industria pubblica, alcune scelte industriali sfortunate hanno portato fra le altre cose a partire dagli anni Ottanta a un declino della presenza difficile da contrastare.

Vi sono state eccezioni felici, come Piaggio, Fiat, Ferrero, Generali, Lavazza, Perfetti, Finmeccanica, Fincantieri, Enel, Astaldi, Carraro, Tecnimont, Saipem; l’universo italiano della moda e del design ha un grandissimo prestigio e molte altre imprese operano con successo, dal settore manifatturiero all’agroalimentare, ma tutto ciò stenta a tradursi in un’immagine dell’Italia come paese industrialmente forte e coeso.

L’insufficienza dei collegamenti a livello politico fra i due paesi è stata a lungo una costante, che solo negli ultimi tempi si è potuto cominciare a correggere. Governo e istituzioni hanno dato vita a un programma articolato di iniziative volte a recuperare il terreno perduto e rilanciare una cooperazione attiva, mentre altre sono in programma.  Il cammino da compiere resta lungo: l’India ragiona verso il mondo in primo luogo in termini di rapporti di forza e stenta a capire perché l’Italia – di cui sa tutto sommato poco – rinunci a svolgere un ruolo commisurato al suo peso e ne trae le conseguenze.

L’”Associazione Italia-India per la cooperazione fra i due Paesi – AIICP”

Un recupero reale di rapporti presuppone l’impiego di una strumentazione complessa di politica estera

Alla dimensione istituzionale si accompagnino azioni di soft policy utili per approfondire i temi di interesse e affrontare i nodi più delicati, in un contesto autorevole e non formale. Strumenti di questo tipo sono comuni in tutti i paesi di tradizione anglosassone - come anche nei maggiori paesi europei – mentre in Italia sono poco conosciuti e spesso ancor meno valutati. In India invece, dove la tradizione anglosassone si fa sentire, essi sono diffusi e contribuiscono a creare una rete da cui siamo sostanzialmente assenti, mentre comprende – ancora una volta – i nostri principali concorrenti. 

Se in India si sa poco dell’Italia, in Italia le nozioni dell’India sono spesso parziali e preda di stereotipi deformanti. Ragione di più per creare uno strumento di soft policy che operi in entrambe le direzioni per dare una consistenza più strutturata alle rispettive percezioni e priorità, avendo ben presente che una migliore conoscenza è requisito fondamentale di una crescita complessiva dei rapporti.  L’”Associazione Italia-India per la collaborazione fra i due Paesi – AIICP”, con sede a Milano, si propone di rispondere a tale obiettivo, senza sovrapporsi a quanto già esiste, bensì coordinandosi per approfondire con un approccio track two le opportunità di collaborazione economico-commerciale, scientifica e culturale e discutere temi di comune interesse. Essa ha un carattere congiunto italo-indiano, con un forte focus economico e una logica integrata, politica e culturale. La sua partecipazione è aperta a quanti vedono nella promozione dei reciproci rapporti una chiave importante di crescita per entrambi i paesi, in sinergia positiva fra livelli istituzionali, sistema delle imprese e mondo accademico-culturale.